sabato 18 maggio 2013

STAMPALIBERA ADDIO

Dopo sei anni di servizio ininterrotto prestato gratuitamente per stampalibera, dalla sua fondazione, devo comunicare ai miei lettori che non posso più continuare visti i diverbi sorti con Lino Bottaro circa la scelta dei collaboratori, gli argomenti e i modi di trattarli, ma soprattutto perché pur dicendo egli che desidera abbandonare il sito, non solo ha dimostrato la non volontà di cedermelo, bensì di togliermi la fiducia, fiducia che non mi ha mai dato nonostante le parole, nella scelta dei collaboratori o nell’attribuzione di maggiori ed effettive possibilità tecniche sul sito.

 
Tutto ciò è frutto di malintesi, o delle promesse che si fanno inizialmente per sedurre qualcuno: sin dall’inizio Lino mi aveva promesso la direzione della redazione e mi aveva trattato “a parole” come la sua socia, perché aveva bisogno dei miei articoli per fare decollare il sito, un sito di informazioni non può decollare unicamente per articoli copiati dalla rete. La promessa non è mai stata mantenuta, anzi, solo ultimamente sono stata abilitata dopo tanto insistere a leggere le mail inviate a info@stampalibera.com, fonte di inesauribile ispirazione e per tastare il polso dell’apprezzamento dei lettori. Un redattore in capo può fare a meno delle mail dei suoi lettori????
E’ grazie a tali mail infatti che ho potuto cancellare, dietro loro richiesta, degli articoli contestati da persone che vi erano citate a torto e che non avevano mai ricevuto risposta. E poi che ho ricevuto tanti spunti per gli articoli. 




Lino Bottaro mi ‘aveva promesso’ poi l’altro sito, tecnicamente più performante, stampalibera.org, che non ho potuto inizialmente gestire per via dell’emergenza su stampalibera.com quando è successa la disgrazia alla sua famiglia a febbraio e che ho dovuto rilevare tutto il lavoro di Laura e Lino su stampalibera.com, che era tanto. Lui voleva che mi occupassi unicamente di .org, ma non me la sentivo di abbandonare di punto in bianco il .com, ne andava del nome, e della sua reputazione. Mi sono quindi rimboccata le maniche per pulire il sito e indirizzarlo verso argomenti più fattuali che ideologici del complottismo andante. 
In questo periodo mi sono ritrovata a fare i conti con alcuni collaboratori che non essendo stati permessi da me ma da Lino e non avendomi conosciuto mai, non solo dissentivano fortemente con le mie analisi e opinioni, alcuni non mi hanno mai letto, ma non capivano tutto questo “favoritismo” da parte di Lino, che favoritismo non era, visto che se fossimo stati una società saremmo stati azionisti ognuno con un 50%. 
Molti collaboratori mi hanno contestato nel tempo scambiandomi per una berlusconiana incallita mentre ho cercato unicamente di spiegare che l’antiberlusconismo è una malattia che affligge l’Italia da 20 anni succhiandole le migliori energie che andrebbero convogliate a risolvere i nostri problemi e ad affrontare il nodo dei problemi: la sovranità che in Europa si chiama sussidiarietà, e rinegoziare i trattati in UE. Non mi hanno capito, ma stava a Lino, se avesse avuto una linea editoriale non accettarli nell’equipe, soprattutto se voleva essere coerente con il ruolo che diceva di volermi dare. 
 Nell’ultimo periodo poi mi sono ritrovata in contrasto con l’ex moderatore, anche lui scelto da Lino, che non accettava minimamente le mie osservazioni sui suoi modi di moderare i commenti che talvolta scivolavano nel personalismo – ci sono stati parecchi lettori che si sono lamentati – e che non accettava nel modo più assoluto la mia autorità nella selezione degli articoli, mettendoli egli immediatamente in bella senza farli passare dalla mia revisione, pur essendo stato informato come tutti gli altri collaboratori della necessità di vagliarli prima di pubblicarli e pur avendoglielo io ripetuto varie volte. 
Sono stata costretta ad eliminarlo dalla squadra quando mi criticò la linea editoriale per quel che riguardava il mio porre l’accento sulla vicenda del giudice Paolo Ferraro, persona che conosco personalmente, la cui vicenda andrebbe invece oltremisura divulgata, perché quello che sta succedendo al magistrato è gravissimo e va difeso da tutti quei siti, quegli autori e quei lettori che auspicano una corretta informazione e opporsi al democrazismo strisciante e rampante. 
In quanto al non rispetto del mio ruolo da parte dei collaboratori, non era colpa loro: che cosa ne sapevano loro di quello che ci eravamo detti io e Lino se non comunicava ai collaboratori il mio ruolo e se poi nei fatti non mi cedeva le funzionalità tecniche del sito, non solo la scelta dei collaboratori, ma anche la posta dei lettori, la grafica del sito, la verifica delle statistiche, il collegamento con twitter e facebook e last but not least, la gestione della pubblicità che avrebbe potuto essere fonte di aiuto per il sito? Adesso dopo avermi negato stampalibera.org, che mi aveva promesso senza che gliela chiedessi e che qualche giorno fa mi ha detto di avere “ceduto” a qualcun altro, mi ritrovo improvvisamente con i permessi ridotti, non posso verificare le statistiche degli articoli ad esempio né autorizzare o cambiare i permessi dei collaboratori di mia scelta, in breve nell’anticamera dell’uscita. 
Mi dispiace, il vaso è colmo. Abbandono sette anni di lavoro gratuito, spassionato, appassionato e disinteressato. Informare gli italiani è inutile. Addolorata potrete trovare i miei commenti, articoli e selezioni di articoli sui miei vari blog (per quanto ne avrà voglia) di cui http://www.stampa-libera.blogspot.com oppure ne creerò un altro, seguitemi su facebook.
 Nicoletta Forcheri

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