venerdì 30 ottobre 2015

ANCHE IL CAFFÈ FINISCE NEL MIRINO DELL’OMS

Il prossimo maggio gli esperti dell’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro si riuniranno per valutare il potenziale cancerogeno di caffè, mate e altre bevande calde

Dopo il tornado di polemiche e commenti scatenato dall’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul potenziale cancerogeno di carni rosse e lavorate, ora a finire sotto la lente d’ingrandimento è un altro fedele compagno della tavola italiana: il caffè. L’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro, ha infatti in programma una monografia interamente dedicata al caffè, al mate e alle altre bevande calde.

La discussione è in calendario per il prossimo maggio, dal 24 al 31 del mese, al termine della fase di raccolta di studi scientifici sull’argomento che si concluderà il 22 aprile. Per il caffè, in particolare, si tratta di una nuova valutazione, dopo quella del 1991 che l’aveva già inserito tra le sostanze potenzialmente cancerogene. Gli esperti, allora, avevano evidenziato una limitata possibilità che il consumo di caffè potesse portare al cancro allavescica, escludendo però eventuali ripercussioni su stomaco e mammella.

Quali saranno, dunque, i particolari di questa revisione? Difficile a dirsi. Probabilmente, oltre agli effetti sull’organismo di un’assunzione prolungata di caffeina e acidi clorogenici, sarà valutata l’azione delle Aflatossine, e in particolare dell’Ocratossina A: una micotossina epatocancerogena i cui limiti sono attualmente fissati dalla comunità europea a 5,0 μg/kg per il caffè torrefatto in grani e macinato, a 10,0 μg/kg per il caffè solubile e a 8,0 μg/kg per il caffè verde.

by wired

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