giovedì 29 ottobre 2015

MULTINAZIONALI: UN FLAGELLO PER L’INTERA UMANITÀ



Una multinazionale è un’azienda che copre, come dice il nome, più nazioni. Il modo in cui lo fa è ovviamente dipendente dalle legislazioni dei vari paesi in cui è presente ma c’è sempre un board direttivo sopranazionale, che decide quello che tutte le filiali sparse nei vari paesi sono tenute a fare.

Quello che caratterizza una multinazionale è che, proprio per la sua natura giuridica, ha come unico scopo quello diprocurare delle rendite ai suoi azionisti. E’ l’unica cosa che conta ed è anche l’unica cosa su cui è attaccabile. Qualunque altro fattore non tocca questo tipo di azienda perché di fatto non rientra nel suo statuto.

Ed è proprio questo che rende le multinazionali un flagello: di fatto, dato che il loro scopo è quello descritto sopra, qualunque cosa facciano per perseguirlo è sostanzialmente lecito. Dal punto di vista legale la cosa ha non pochi risvolti: tanto per iniziare diventa problematico attaccare una multinazionale su quel piano in quanto, cambiando le leggi da paese a paese, emettere un’accusa efficace diventa un’impresa epica già di per sé, soprattutto perchè la sede legale a quel punto conta poco o nulla e non ha nulla a che vedere con la nazionalità degli azionisti che, ovviamente, possono essere ovunque.


Il secondo aspetto è ovviamente quello legato al potere economico. Una multinazionale può fare quello che vuole, scegliendo semplicemente l’opzione che la fa guadagnare di più o che le costa di meno. Così un’attività illecita per cui è prevista una sanzione amministrativa può semplicemente continuare se l’incasso supera la multa. E se la sanzione è penale, ecco che a pagare non saranno mai gli azionisti, ma l’amministratore delegato (che sta lì proprio per quello) o, al massimo, qualche componente del consiglio di amministrazione. Tutte persone, quindi sostituibili con altre. Per chiarire questo aspetto, facciamo un esempio del tutto di fantasia.

Poniamo che la multinazionale ABC produca, tra le altre cose, del tessuto artificiale che vende in tutto il mondo e che genera un incasso di 300 milioni di dollari all’anno. Immaginiamo che questo tessuto venga costruito con sostanze tossiche nel lungo periodo. Un giorno la cosa viene a galla. La ABC viene multata per 50 milioni di dollari. L’azienda potrebbe continuare a fare quello che fa perchè comunque l’incasso netto resta di 250 milioni di dollari all’anno.

Mettiamo pure che la cosa sconfini in una causa legale. Intanto che si costituisce il processo passano anni, perchè la ABC si può permettere un migliaio di avvocati dei migliori. Poi si fa il processo. Anche questa fase dura anni. Nel frattempo la ABC ha avuto tutto il tempo di guadagnare miliardi di dollari con il tessuto incriminato. Ad un certo punto perde il processo e viene condannata al risarcimento delle parti lese, mentre l’AD viene condannato a venti anni di reclusione. Solo che l’AD è cittadino (poniamo) britannico e il processo si è svolto in un paese in cui non ci sono trattati di estradizione dal Regno Unito.

L’AD non va in galera. Le vittime vengono risarcite (ma solo nel paese in cui si è svolto il processo) e in tutti gli altri paesi la vendita continua. Anche la stampa viene messa a tacere senza grossi problemi e la ABC continua a fare quello che faceva prima, magari cambiando nome al prodotto e investendo una ventina di milioni di dollari in una campagna mediatica che ne ripristini l’immagine.

Ancora una volta la ABC ha assolto la propria mission aziendale: fare arricchire i propri azionisti.

Il terzo aspetto riguarda l’attività di lobby: potendosi permettere di pagare fior di soldoni, la multinazionale assolda una marea di opinion maker, personaggi influenti, gruppi e attivisti che, esercitando pressioni psicologiche o anche erogando munifiche donazioni a questa o quella parte, modificano l’operato di governi e organismi di controllo, portando ovviamente l’acqua al proprio mulino.

Ci sarebbe poi da parlare dell’aspetto fiscale, di quello delle varie policy aziendali etc. etc. ma a questo punto occorrerebbe troppo spazio.

Il succo è che le multinazionali oggi esistenti fanno il bello e il cattivo tempo quando e come vogliono. E molto spesso lo fanno nella più totale tranquillità perchè, per i motivi elencati sopra (ma non solo), sanno benissimo di essere inattaccabili.

Non parliamo di “piccole” aziende (piccole se rapportate ai giganti del settore), ma di quei mega agglomerati aziendali che oggi di fatto gestiscono, in pochissime unità, più del 90% dei proventi del commercio planetario. Parliamo di multinazionali del petrolio, della chimica, del farmaco e dell’alimentazione, per fare un esempio generale.

Il problema con una di queste mostruosità è che quasi nessuno la può toccare, figuriamoci esercitare una pressione qualsiasi. Sono degli organismi sovranazionali che spesso gestiscono fatturati pari al prodotto interno lordo di una nazione di media grandezza, ma che non hanno una territorialità. Per questo, una sola nazione, quand’anche intervenga sul lato governativo, non ha alcun potere: perchè è singola. Occorre che più nazioni si mettano d’accordo e vadano all’attacco ma, dato che si parla di governi i cui membri sono spesso corrotti o corruttibili o ricattabili ecco che diventa molto difficile fare qualcosa.

Questo post, per una volta, non offre una soluzione, perchè onestamente non ho abbastanza competenza in merito per proporne una; tuttavia una soluzione certamente esiste. Nel frattempo però cerchiamo di renderci conto dell’autentico flagello che una mentalità commerciale volta esclusivamente all’avidità ha generato.

E ricordiamoci che se una cosa nasce per fare soldi vendendo dei prodotti, se quei prodotti non vengono acquistati ecco che le cose possono cambiare!


Francesco Franz Amato

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