sabato 14 novembre 2015

PUTIN DICHIARA GUERRA AGLI USA SU INTERNET


di Claudio Messora

Un mese fa Putin ha annunciato che entro il 2025 la Russia avrà il suo proprio sistema operativo. Per i meno smanettoni: a livello governativo smetterà di utilizzare Windows, Linux o Mac OS, e installerà sui propri computer un software che stanno sviluppando adesso, nell’ambito dell’Internet Development Program. Sulle reali intenzioni di Mosca non ci sono mai stati dubbi: “Ci troviamo in uno stato di guerra economica e, dalla fine di settembre, anche di guerra vera e propria. Dobbiamo essere tecnologicamente indipendenti, dalle CPU fino agli applicativi“, aveva dichiarato Igor Ashmanov, della Ashamanov and Partners. E infatti il Cremlino punterà probabilmente a costruirsi da sé anche l’hardware, ovvero le schede madri, le CPU, le memorie, le interfacce, i dischi e magari perfino i cavetti di cui sono fatti i computer.

Poi, alla fine di ottobre, gli Stati Uniti si sono allarmati per la presenza disottomarini russi a pattugliare i 200 cavi – i vasi sanguigni di internet – che trasportano i dati da una parte all’altra del mondo, con il possibile fine di collegarsi alle fibre ottiche stese nelle profondità dell’oceano per spiare l’economia e la geopolitica globali, o anche disabotare la rete in caso di conflitto, mandando tutti nel caos.

Ora la nuova bomba: la Russia ha promulgato una legge che stabilisce chetutti i dati dei cittadini russi devono essere memorizzati in data center interni alla federazione e non possono essere portati fuori. La legge, che è dello scorso settembre e dà 4 mesi di tempo alle aziende straniere per adeguarsi, acquistando e installando i server, era stata anticipata con una lettera, a luglio, inviata dal “Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa” (il cosiddetto Roskomnadzor, che ha il potere di oscurare siti, amminitrare le frequenze radio e proteggere la privacy dei cittadini), tra gli altri, anche a Facebook e Twitter, “per vedere se avevano intenzione di conservare i dati personali dei loro utenti in Russia“. Le lettere non avevano avuto risposta.

Apple e Booking.Com avrebbero già accettato di costruire appositi data center in Russia, mentre con Twitter è in corso un braccio di ferro che ha portato un funzionario della Roskomnadzor a minacciare il portale dimicroblogging di oscuramento.

Twitter ha altri due mesi di tempo per adeguarsi, ma la strategia di Putin su internet è ormai più che evidente: farla finita con lo strapotere USA, dall’hardware, al software, agli applicativi, recuperare il controllo totale delle proprie informazioni sensibili, sia a livello governativo che a livello privato, e blindare la rete, preparandosi magari ad essere autonomo nel caso in cui un potenziale conflitto possa interrompere o sabotare le comunicazioni a livello globale.

Fonte: www.byoblu.com

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