lunedì 14 dicembre 2015

RISPARMIATORI FATE ATTENZIONE AI VOSTRI SOLDI!



In tempi d’incertezza ‘cash is king’ (1), ma i banchieri centrali stanno muovendosi sistematicamente per eliminare questa possibile opzione. Si tratta davvero di uno stimolo all'economia, o siamo davanti ad una profonda e oscura minaccia?

Ricordate quel vecchio annuncio che mostrava una coppia d’anziani sdraiata su una spiaggia, intitolato ‘Lasciate che il vostro denaro lavori per voi’? O la scena del ‘Mary Poppins’(2) in cui viene consigliato al giovane Michael di mettere i suoi ‘due penny’ in banca, in modo che possano contribuire ‘all’iniziativa privata’, attraverso l’acquisto di ‘obbligazioni, beni mobili, azioni, cantieri navali etc.?

Tutto questo potrebbe ancora funzionare se siete dei banchieri di Wall Street. Ma se siete dei normali risparmiatori, con i soldi depositati in banca, potreste presto ritrovarvi a pagare la vostra banca perché custodisca i vostri soldi, al contrario di quanto dovrebbe essere.

Quattro Banche Centrali in Europa – la BCE, la svizzera SNB, la svedese Riksbank e la danese Nationalbank – hanno imposto dei tassi d’interesse negativi sulle riserve depositate dalle banche commerciali e hanno cominciato a discutere se non sia giunto il momento di trasferire questi costi sui consumatori.

La Banca del Giappone e la Federal Reserve sono ancora allo ZIRP [Zero Interest Policy Rate], ma diversi funzionari della Fed hanno cominciato a chiedere il NIRP [Negative Interest Policy Rate].

La giustificazione ‘dichiarata’ è quella di stimolare la ‘domanda’ costringendo i consumatori a ritirare i propri soldi e a fare acquisti. Quando un'economia è in affanno, è prassi normale che una Banca Centrale tagli i tassi d’interesse rendendo il risparmio meno attraente. Tutto questo dovrebbe far crescere la spesa e rilanciare la ripresa economica.

Questa è la teoria. Tuttavia, le Banche Centrali hanno già spinto il ‘tasso primario’ a zero ma, nonostante questo, le loro economie sono ancora deboli. Per i ‘non iniziati’, questo significa che la teoria è sbagliata e che quindi deve essere rottamata … ma non per i nostri intrepidi banchieri centrali, che stanno ora sperimentando la politica dei tassi sotto zero.

ELIMINARE LA ‘CORSA AGLI SPORTELLI’: LA SOCIETÀ SENZA CONTANTE (3)

Ma, come ha ben spiegato il britannico ‘The Telegraph’, l'imposizione ai risparmiatori di un tasso d’interesse negativo comporta un problema:

“c'è un limite: quello che gli economisti hanno chiamato la ‘soglia zero'. Tagliare i tassi d’interesse troppo in profondità significa che i risparmiatori si troverebbero davanti a dei rendimenti negativi. Ma questo potrebbe incoraggiarli a ritirare i risparmi dalle banche ed a conservarli in contanti. Questo potrebbe far rallentare, piuttosto che crescere, l'economia”.

Anche in questo caso, per l'osservatore ordinario tutto lascerebbe credere che i tassi d’interesse negativi non funzionino e che questa politica debba essere abbandonata. Ma, come al solito, non è così per i nostri imperterriti banchieri centrali che, invece, hanno scelto di tappare il buco della loro teoria eliminando l’opzione del denaro contante.

Se per un risparmiatore l’unica possibilità è quella di tenere i soldi in un conto bancario di tipo digitale – e quindi di dover passare obbligatoriamente alle carte di credito o agli assegni – l’interesse negativo può essere imposto impunemente. Tutto questo sta già succedendo in Svezia, ma altri paesi sono prossimi alla decisione. Wolfstreet.com ha scritto che:

“La guerra al ‘contante’ sta avanzando su tutti i fronti. La regione che ha monopolizzato i ‘titoli dei giornali’ con la sua guerra alla moneta fisica è la Scandinavia. La Svezia è diventata il primo paese a trattare i suoi cittadini come cavie, in gran parte disposti ad un esperimento economico distopico: tassi d’interesse negativi in una società senza contanti.

Come ha detto il Credit Suisse, non importa dove andate o ciò che desiderate acquistare, troverete ovunque un piccolo cartello con su scritto: ‘Vi hanterar ej kontanter’ – ‘Non si accettano contanti’ ….”.

LA LEZIONE DI GESELL SUL ‘DECADIMENTO DELLA VALUTA’ (4)

Che gli interessi negativi possano effettivamente stimolare la ripresa economica, tuttavia, non è un fatto certo. I fautori della teoria citano Silvio Gesell e l'esperimento della città di Wörgl fatto nel 1930 [4]. Come spiegato da Charles Eisenstein nel suo ‘Sacred Economics’:

“Il teorico-pioniere del denaro a tasso d’interesse negativo è stato l'uomo d'affari tedesco-argentino Silvio Gesell, che definì la sua teoria ‘Free Money’ [Denaro Gratuito o anche Freigeld]. Il sistema che egli propose nel suo capolavoro del 1906, ‘The Natural Economic Order’, consisteva nell’emissione di carta-moneta sulla quale doveva essere apposto periodicamente un timbro, che costava una piccola frazione del valore della banconota. In questo modo si sarebbe applicato un ‘costo di manutenzione’ alla ricchezza monetaria.

…. In Austria, nel 1932, la depressa città di Wörgl emise il proprio ‘timbro’ ispirandosi a Gesell … La ‘Moneta di Wörgl’ fu, a detta di tutti, un grande successo. Si lastricavano le strade, si costruivano i ponti e s’incassavano le tasse. Il tasso di disoccupazione si era fortemente ridotto e l'economia prosperava, attirando l'attenzione delle città vicine. Sindaci e funzionari di tutto il mondo cominciarono a visitare Wörgl fino a quando il governo centrale, seguendo l’esempio della Germania, abolì la ‘Moneta di Wörgl’ e la città scivolò di nuovo nella depressione.

…. La ‘Moneta di Wörgl’ era portatrice di una penalità – un ‘costo di manutenzione’ legato al possesso del denaro – pari all’1% al mese. Testimonianze dell’epoca attribuirono a questa penalità la rapidissima ‘velocità di circolazione’ delle banconote. Invece di generare interessi crescenti, l’accumulo di ricchezza era diventato un ‘peso’, analogamente alla situazione dei cacciatori-raccoglitori nomadi, per i quali i’ beni’ erano un ‘peso’. Come teorizzato da Gesell, i soldi penalizzati dalla ‘proprietà in perdita’ cessarono di essere il mezzo preferito, rispetto a qualsiasi altra merce, per costituire una riserva di valore”.

C'è una differenza fondamentale, tuttavia, tra la valuta di Wörgl e lo schema d’interesse negativo dei moderni banchieri centrali. Il governo di Wörgl prima emetteva il suo nuovo ‘Denaro Gratuito’ [Free Money] – facendo crescere il potere d'acquisto dell’economia locale – e poi lo tassava, riavendone una parte indietro.

I proventi della tassa [il timbro apposto sulle banconote] tornavano alla città, che li utilizzava a beneficio dei contribuenti. Eisenstein ha osservato che:

“È comunque impossibile da dimostrare che il rinvigorimento [dell’economia generato] da questa valuta sia venuto dalla penalità piuttosto che dall'aumento dell'offerta di moneta …”.

Ma i banchieri centrali di oggi propongono di tassare il denaro già esistente, con l’effetto di ridurre il potere d’acquisto perché prima non lo avevano aumentato [immettendo nuovo denaro]. E l'interesse andrà ai banchieri privati, non ai governi.

Oggi i consumatori hanno pochi soldi da spendere. Imporre un importante interesse negativo senza prima aver immesso del denaro fresco nell'economia significa che essi avranno ancora meno soldi da spendere. Probabilmente, tutto questo li spingerebbe a risparmiare i pochi soldi di cui dispongono, piuttosto che andare a fare shopping.

Le persone, oggi, non tengono i soldi in banca per gli interessi, che sono già quasi inesistenti. Ce li tengono per la comodità di poter emettere assegni, carte bancarie e conservare il loro denaro in un luogo ‘sicuro’.

Non avrebbero troppe remore a pagare un modesto interesse negativo per usufruire di tali convenienze ma, se la tassa fosse troppo alta, potrebbero ritirare i loro soldi e metterli altrove. La tassa, inoltre, non li spingerebbe a comprare cose di cui non hanno bisogno.

C’È UNA MINACCIA PIÙ GRANDE RISPETTO A QUELLA DI UN’ECONOMIA STAGNANTE?

rilevare, comunque, che è stata invocata un’altra giustificazione, quella di fermare gli evasori fiscali e i terroristi, veri o presunti che essi siano.

L'economista Martin Armstrong (5) va oltre e suggerisce che il vero obbiettivo, in realtà, è quello di ottenere il controllo totalitario sui nostri soldi. In una società senza contanti le banche potrebbero facilmente tassare i risparmi ed eliminare la minaccia della ‘corsa agli sportelli’, mentre le banche ‘troppo grandi per fallire’ sarebbero certe che i depositi saranno lì, quando avranno bisogno di confiscarli – attraverso il bail-in (6) – per restare a galla.

Potrebbe essere questa la vera minaccia che si profila all'orizzonte: le banche più grandi, quelle che fanno la maggior parte del trading sui derivati, potrebbero presto essere colpite da un importante default sui derivati.

Il 10 Novembre 2015 il ‘Wall Street Journal’ ha pubblicato i risultati di uno studio richiesto dai Senatori Elizabeth Warren ed Elijah Cummings, sui costi per i contribuenti relativi al roll-back (7) del ‘Dodd-Frank Act’ (8), previsto nella legge di spesa ‘cromnibus’ (9) dello scorso Dicembre.

Come ha giustamente sostenuto Jessica Desvarieux sul Real News Network:

“l'inversione della regola consente alle banche di mantenere 10.000 miliardi dollari di ‘contratti swap’ (10) sui loro libri contabili, con i contribuenti che saranno senz’altro coinvolti se le banche dovessero aver bisogno di un altro piano di salvataggio”.

La promessa del ‘Dodd-Frank Act’, tuttavia, era che non ci sarebbero stati altri salvataggi a carico dei contribuenti. Al loro posto le banche insolventi a rischio-sistemico avrebbero dovuto effettuare il ‘bail-in’ con i soldi dei loro creditori – ovvero confiscare i ‘conti correnti’ dei loro depositanti, i più importanti creditori di qualsiasi banca.

Tutto questo potrebbe spiegare la spinta verso un mondo senza contanti. Eliminando la possibilità di prelievo dei contanti, una Banca Centrale può assicurarsi che i depositi saranno lì, al momento della catastrofe, per poter essere confiscati.

Se i banchieri centrali cercassero seriamente di stimolare l'economia con tassi d’interesse negativi, avrebbero bisogno di ripetere l'esperimento di ‘Wörgl’ nella sua pienezza. Dovrebbero prima immettere nuovo denaro nell'economia, direttamente ai consumatori e agli uomini d'affari locali, che poi potrebbero spenderlo.

Si potrebbero utilizzare varie modalità: un dividendo nazionale, un ‘Quantitative Easing’ dedicato alle infrastrutture, prestiti a basso tasso d'interesse agli stati federati [o agli enti locali, a seconda del sistema statuale], il finanziamento dell'istruzione superiore, rendendola gratuita.

Certo è che i consumatori andranno nei centri commerciali solo quando avranno altri soldi a disposizione da poter spendere.

da ecoplanet

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