giovedì 28 gennaio 2016

TUONA IL RUBLO, MERCATI IN FIAMME



Diciamolo: per i Russi sarebbe un enorme spreco di sudatissima valuta estera tentare di contrastare un attacco alla loro valuta, un attacco che semplicemente non sono in grado di contenere da soli, poiché l’intero potere finanziario statunitense è contro di loro.

La Banca Centrale Russa ora dovrebbe vendere rubli a tutto spiano e costruirsi le riserve auree.

Beh, in un certo modo, sta accadendo. La settimana scorsa, la Banca Centrale della Russia ha stimato che le sue riserve auree hanno raggiunto nel 2015 le 1.415 tonnellate, di oltre il 17% in più rispetto al 2014, per un valore di quasi $48,6 miliardi. La quota di oro monetario delle riserve in valuta estera della Russia è passata dal 11,96 al 13,18 %.



Ma ancora non basta. Perché?Una brusca risposta sarebbe perche la Banca Centrale Russa e il Ministero delle Finanze, come sostengono alcuni analisti, sono in realtà gestiti da vassalli e sabotatori dell’elite finanziaria degli Stati Uniti, ovverosia i Signori dell’Universo.

Tuttavia, la Banca Centrale Russa non è intervenuta per sostenere il rublo. E non dovrebbe farlo. Il modo migliore di agire sarebbe quello di lasciar andare il rublo, esaurendo quasi tutte le importazioni, imponendo così l’autosufficienza. O introdurre controlli sui capitali, con transazioni che prevedano solo valute estere approvate. Ha funzionato per la Malesia, ad esempio, dopo la crisi finanziaria asiatica del 1997.

SCORDATEVI IL CROLLO CINESE

Possiamo dire seriamente che la Russia non ha bisogno di molti investimenti stranieri occidentali. Questa condizione è stata in gran parte creata dalla sua stessa Banca Centrale, che ha tenuto i tassi di interesse in Russia più alti che negli Stati Uniti e in Unione europea, spingendo, ovviamente, le società russe a ottenere prestiti all’estero in dollari e in euro.

La responsabilità della Banca Centrale della Russia è quella di creare credito interno per ricostruire quelle industrie che la caduta del rublo ha tagliato fuori dalla Russia. Questo non produce inflazione: l’aumento di produzione proveniente da questi investimenti compenserebbe le spinte inflazionistiche provocate dai nuovi crediti.

La Banca Centrale Russa, per combattere l’inflazione, ha preferito ridurre l’approvvigionamento monetario. Sarebbe stato più proficuo creare crediti a bassi tassi d’interesse per finanziare la ricostruzione di quelle industrie necessarie per evitare l'importazione di prodotti stranieri.

Ora diamo un'occhiata al partenariato strategico Russia-Cina. Mentre la Russia potrebbe trovarsi alle corde, la Cina non lo è affatto. La Cina quest’anno avrà una crescita del 6,5%, contro il 7% del 2015. Alle prese con un lungo elenco di ristrutturazioni economiche e riduzioni di leve finanziarie, le multinazionali statunitensi come la Apple e la GM di sicuro non hanno alcun interesse a un "crash" cinese.

Un indicatore chiave da tener d’occhio è la crescita della domanda cinese di petrolio. Le costruzioni sono in calo, ma non la produzione automobilistica, che attualmente sforna 25 milioni di veicoli l’anno.

Per risolvere il problema Cina, i Signori dell'Universo sono ricorsi a una strategia diversa: hanno tentato di fermare la sua crescita economica provocando un rialzo del prezzo del petrolio. C’è quindi il sospetto che la solita ignota Wall Street abbia tentato di far crollare il mercato azionario cinese regolando in denaro liquido le operazioni di ‘A Shares’(1). Non ha funzionato.

Ora, i Signori dell’Universo, controllando a distanza i Sauditi, in sostanza stanno tentando di staccare la spina dei mercati azionali globali. Lo si potrebbe chiamare un regolamento di gioco di ‘derivati’ da un trilione di dollari. Ma non ci sono prove che questo possa bastare a spezzare la Russia.

L’ “ASSASSINO” CONTRO LA QUINTA COLONNA

L’isterismo dei Signori dell’Universo su come liberarsi ad ogni costo e con ogni mezzo del presidente Putin (e ripristinare i suoi vassalli oligarchi) ora ha raggiunto il culmine: l'ultima sparata è "Putin L'Assassino", con il cruciale e prezioso supporto da parte dell’intelligence britannica.

Non ci sono dubbi che dietro al crollo del petrolio e del rublo ci sia lo zampino dei Signori dell’Universo. Sembra un po’ la ripetizione dello scenario della metà del 2014, quando il prezzo del petrolio era crollato e non c’era segno visibile di un aumento di produzione: quello che lo ha provocato è stato lo ‘scarico’ invisibile di sette milioni di barili al giorno di petrolio dal Golfo dietro ordine dei Signori dell’Universo, secondo infallibili fonti bancarie (americane).

La Federal Reserve ha notevolmente contribuito al caos aumentando i tassi d’interesse in un momento in cui l’economia americana era malata, mentre a Wall Street manipolatori di regolamenti in denaro liquido attaccavano il mercato. Va da sé che i soliti sospetti, dal crollo del mercato, ci guadagneranno centinaia di miliardi di dollari. Basta guardare cosa succede a BlackRock.

In questo cupo scenario ecco che arriva nientemeno che l’aspirante Maestro del (nuovo) Universo, il presidente cinese Xi Jinping e il suo tour ad alto profilo in Medio Oriente. La triplice ‘offensiva’ economica di Xi in Arabia Saudita, Egitto e Iran va interpretata come il tentativo di Pechino di rimodellare il sud-ovest asiatico in modo che sia più consono alla SCO (Shanghai Cooperation Organization).

Xi, come tutti, sa molto bene che l'intera economia americana – fondata su una valuta mondiale di riserve senza valore - è alimentata da un ‘tributo’ - neanche ben dissimulato - che ogni nazione del mondo versa all’Impero del Caos. E Xi sa anche che questo ‘tributo-truffa’ ha le ore contate.

A Riyadh, Xi ha anche fatto intendere – in modo sottile e tipicamente cinese – che alla Casa di Saud converrebbe molto di più se abbandonasse una volta per tutte il suo protettore mafioso – Washington – e il petrodollaro come sistema privilegiato per riciclare le entrate saudite da petrolio. Perché non parlare di titoli in yuan e di petro-yuan?

Non c’e’ bisogno di aggiungere che, se mai la Casa di Saud contemplasse simili mosse, non mancherà a Riyadh un bel colpo di stato manovrato dalla CIA, con annessa confisca di tutti i beni della Casa di Saud – come molti Signori dell’Universo Minion già sostengono in via ufficiosa.

Quindi, ecco che oggi i Sauditi, obbedendo agli ordini dei Signori dell’Universo – scaricano freneticamente titoli sul mercato mentre la Banca Centrale Russa s’interroga sul da farsi.

Anche se i sauditi finora sono riusciti a scaricare sul mercato 8 trilioni di dollari di beni, la Russia, adottando la strategia corretta, potrebbe ancora permettersi un regime di autosufficienza che Stati Uniti ed Europa non potrebbero mai sognarsi. E per di più godersi la piena occupazione – mentre l’Occidente continua a cadere sempre più giù ogni volta che crolla il suo mercato.

Allora, Banca Centrale e Ministro delle Finanze Russo...a voi due la mossa.



Pepe Escobar è un analista geopolitico indipendente. Scrive per RT, Sputnik e TomDispatch e dà frequenti contributi a siti web e programmi radiofonici e televisivi dagli Stati Uniti all'Asia orientale. E’ stato corrispondente estero per Asia Times Online. Nato in Brasile, è stato corrispondente estero dal 1985, ha vissuto a Londra, Parigi, Milano, Los Angeles, Washington, Bangkok e Hong Kong. Anche prima del 9/11 si era specializzato nella copertura del Medio Oriente e dell’Asia Centrale e Orientale, con particolare attenzione alla geopolitica delle grandi potenze e alle guerre per l'energia. E’ l'autore di "Globalistan" (2007), "Red Zone Blues" (2007), "Obama fa Globalistan" (2009) e "L'impero del Chaos" (2014), tutti editi da Nimble Books. Il suo ultimo libro è "2030", edito anch’esso da Nimble Books, pubblicato in dicembre 2015.

Fonte: www.rt.com

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