martedì 9 febbraio 2016

L'ORIGINE PAGANA DELLA FESTA DI SAN VALENTINO


Come quasi tutte le feste legate ad un Santo anche la festa in onore di S. Valentino ha origini pagane.


Sembra, infatti, che la festa degli innamorati abbia preso il posto delle Lupercali, festa pagana in onore del fauno Lupercus, dio di origine greca che proteggeva le greggi degli animali dagli attacchi dei lupi.


Alla base della festività in onore degli innamorati c’era quindi il lupo affamato che cercava di catturare qualche bella pecorella smarrita. Rito quasi universalmente riconosciuto e succedutosi nei millenni.



Il rito pagano si intreccia con l'ordine stabilito da leggi nelle comunità degli uomini, facendo riaccendere la scintilla del caos dell’origine, che nella sua normalità trova residenza nella selva oscura.


Ovidio (40 d.C.) racconta una leggenda dove narra che al tempo di re Romolo vi sarebbe stato un prolungato periodo di sterilità nelle donne.


Per poter sconfiggere questa dannazione donne e uomini si recarono in processione fino al bosco sacro della dea Giunone e qui si inginocchiarono in atteggiamento di supplica.


Giunone attraverso lo stormire delle fronde dei suoi alberi ordinò che le donne dovevano essere possedute da un grosso caprone sacro agli dei, creando sgomento nei maschi.


I maschi, per evitare l’affronto, chiesero aiuto al loro sacerdote che arrivò in soccorso munito del lituo “bastone senza nodi ricurvo ad un’estremità” utilizzato per tracciare il templum.


Templum che “racchiudeva lo spazio tra cielo e terra entro cui osservare i segni della volontà divina”, reinterpretò favorevolmente il segno divino, leggendo nel movimento delle fronde la volontà degli dei di sacrificare un caprone.


Sacrificato il caprone, vennero tagliate dalla sua pelle delle strisce, chiamate februa, con cui colpire la schiena delle donne che dopo dieci mesi lunari partorirono. Da quel giorno iniziarono i riti lupercali tipici del paganesimo.


La festa celebrata da giovani sacerdoti chiamati Luperci, seminudi con le membra spalmate di grasso e una maschera di fango sulla faccia, tagliavano a listarelle le pelli degli animali per annodarle attorno ai propri fianchi ed iniziare la corsa.


Con le pelli frustavano i passanti, principalmente donne, per donare loro la fertilità. Rappresentavano gli spiriti divini della natura selvaggia subordinati a Fauno.


Strana storia questa dei Luperci. Addirittura l’archeologo, architetto e senatore del Regno d'Italia Giacomo Boni, (Venezia, 25 aprile 1859 – Roma, 19 luglio 1925) suggerì a Mussolini di rinverdire i Lupercali in occasione del primo anniversario della marcia su Roma, cercando cosi di restaurare anche l’antica religione romana. Probabilmente pensava di ingravidare le donne romane e fare dei Luperci una razza eletta.


Il primo San Valentino è stato festeggiato nel 496, quando Papa Gelasio I lo formalizzò per contrapporlo al rito pagano del lupercale ricadente il 15 febbraio. Arrivò il cattolicesimo e il giorno dei lupi a caccia di “indifese prede” venne spostato al 14, una data per celebrare l'amore.


fonte:veritaoltreilsistema

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