lunedì 27 giugno 2016

COPRIRE LA DISTANZA TRA LA MENTE E IL CUORE: LA NOSTRA STRADA VERSO L’EVOLUZIONE.

“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In questo spazio si trovano la nostra libertà e il nostro potere di scegliere la risposta. In questa risposta si trovano la nostra crescita e la nostra evoluzione” (Victor Frankl)

Un’antica storia raccontata in versioni leggermente diverse, ci narra di quando gli Dei decisero di creare l’Universo, e di un dilemma che si trovarono ad affrontare. Gli Dei crearono le stelle, Il Sole, la Luna, poi crearono i mari, le montagne, gli animali, i fiori e le nuvole, ed infine crearono l’uomo. A questo punto sorse il problema di dove nascondere il segreto più importante dell’Universo, la comprensione della vita stessa, la verità più profonda: la coscienza dell’Unità.


“Mettiamola sulla montagna più alta”, disse uno degli Dei, “Lì sicuramente l’uomo faticherà a trovarla”, “Mettiamola sulla stella più lontana”, “Mettiamola nell’abisso più profondo e scuro”, “Nascondiamola sulla faccia segreta della Luna”, suggerirono altri Dei. Alla fine il Dio più saggio disse: “Metteremo la verità dentro il cuore di ogni uomo, in questo modo egli cercherà in tutto l’Universo senza rendersi conto di averla dentro di sé”.


La nostra evoluzione personale e collettiva dipenderà dalla nostra capacità di compiere il lungo viaggio verso la consapevolezza, coprendo la distanza tra la mente e il cuore. Noi come umanità, siamo ancora una specie in evoluzione. Rispetto al nostro passato siamo certamente avanzati nel campo della scienza e della tecnologia, ma non possiamo dire altrettanto rispetto alla coscienza con cui ci muoviamo nel mondo.

Nessuna evoluzione accade senza la ferma volontà di farla accadere. Per ottenerla dobbiamo prestare attenzione al rapporto che abbiamo con la nostra vita, alla comunicazione che abbiamo con essa. Tutte le tradizioni, le filosofie e gli insegnamenti spirituali di ogni epoca, ci spingono a trovare una comunicazione armoniosa con noi stessi e con il mondo. La comunicazione è guarigione, e per comunicare in modo armonioso, bisogna dapprima imparare a prestare attenzione. L’attenzione è la guaritrice della divisione, quando noi siamo attenti, creiamo una connessione con l’oggetto del nostro interesse, non siamo più dentro il nostro solito chiacchiericcio mentale, ma ci spostiamo verso l’esterno, creando una relazione, un legame con ciò a cui ci rivolgiamo.

L’attenzione ci porta all’esperienza dell’unità, e l’unità è il messaggio della vita.Tutto è profondamente interconnesso, ogni cosa che esiste, esiste in relazione a tutto il resto. Un detto Africano recita “Io sono perché noi siamo”, un concetto molto simile al pensiero espresso dai nativi americani, quando invocano e benedicono la coscienza che tutto è collegato, con la frase “tutte le mie Relazioni”. Perfettamente simili sono i concetti hawaiani di Ohana (famiglia), e quello aborigeno di Kanyni (letteralmente, amore incondizionato con responsabilità), che insegnano a riconoscere tutto ciò che esiste come nostra famiglia, e quindi responsabilità nostra è prendercene cura.

Dove noi portiamo la nostra attenzione, portiamo il nostro amore, e cos’è l’amore, se non il sentirsi in unità con qualcosa o qualcuno? L’amore è l’informazione stessa dell’unità, la sua esperienza. Amare è essere felici assieme, a qualcosa o a qualcuno, condividere con gioia il nostro respiro, la nostra energia vitale, come insegna la parola hawaiana “Aloha” in uno dei suoi molteplici significati.
Definitivamente entrare in comunicazione con la vita, vuol dire metterci la nostra attenzione ed iniziare la storia d’amore più importante che potremmo avere, quella con la nostra esistenza.

Articolo di Rodolfo Carone e Francesca Tuzzi

Fonte: http://www.gendaireiki.it/


http://www.conoscenzealconfine.it/

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