venerdì 7 ottobre 2016

FERITE CHE NON SI CICATRIZZANO: LA NEUROPSICOLOGIA DELLA VIOLENZA SULLE DONNE



Anche se non è accettabile in nessuna delle sue forme, a volte la violenza psicologica è più pericolosa di quella fisica, poiché non la consideriamo come tale nonostante faccia altrettanto male

La lotta contro la violenza sulle donne è un’attività nella quale dobbiamo impegnarci tutti.

Non molto tempo fa, dalla UN Women, l’organismo ONU per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, si è parlato, per esempio, della necessità di combattere gli abusi sessuali sulle donne durante i conflitti armati.



Anche se sappiamo tutti che anche gli uomini subiscono aggressioni, vessazioni e abusi fisici o emotivi, secondo i dati riportati dalla stessa organizzazione, quasi il 35% delle donne di tutto il mondo ha sofferto qualche forma di violenza.


Sono cifre che fanno riflettere, non c’è dubbio, ancor di più se andiamo in Paesi dove la tutela sociale o legale volta le spalle alle donne. Un chiaro esempio di ciò è l’India, dove quasi il 2% della popolazione femminile ha sofferto aggressioni di varia natura.

Le ferite peggiori non sono sempre visibili dall’esterno. Botte, ossa rotte o uno schiaffo sono più che un’aggressione al nostro corpo.

La ferita è molto più profonda. L’abuso causa serie sequele neuropsicologiche di cui vi parliamo a seguire.
La violenza sulle donne e l’impatto sul loro cervello

Al giorno d’oggi vi sono molteplici studi che ci rivelano gli effetti della violenza sul cervello dei bambini. Sono traumi profondi il cui impatto influisce in seguito sul loro processo di maturazione, sul loro equilibrio emotivo.

E cosa succede in un cervello adulto? La violenza sulla donna a volte ha un componente complesso e particolare da tenere in considerazione.

In molti casi ci troviamo davanti ad una persona felice, sicura di sé e che gode di buona autostima a cui, poco a poco, la violenza squarcia il tessuto su cui si regge la sua salute emotiva, la sua forza.

A differenza di quanto si possa pensare, la violenza può riguardare qualsiasi donna, a prescindere da status, età, religione o cultura (anche se, di fatto, c’è una maggiore incidenza in contesti sfavorevoli o nei Paesi del Terzo Mondo).

Un dato importante da tenere in considerazione e su cui riflettere è che al giorno d’oggi sono molte le adolescenti che ricevono violenza psicologica da parte del partner.


Vediamo adesso nel dettaglio gli effetti della violenza fisica ed emotiva sul cervello della donna.


La violenza sulla donna e la depressione

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista ScienceDaily, le donne che subiscono violenza domestica per vari anni hanno un maggiore rischio di soffrire di depressione.
La relazione è stata redatta da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienza del King’s College di Londra (Inghilterra), dell’Istituto Universitario di salute mentale di Montreal (IUSMM) e dell’Università di Montreal (Canada).
Si afferma che la violenza sulla donna ne compromette la salute ed aumenta il rischio di soffrire di depressione, ansia e persino disturbi psicotici.
L’impatto di queste situazioni può aggravarsi nel caso in cui queste donne abbiano sofferto di abusi o violenze anche durante l’infanzia.

Le ferite neurologiche

Quando si parla di ferite cerebrali, bisogna distinguere due tipologie basilari:
Le ferite traumatiche propriamente dette, causate dalle aggressioni fisiche.
Le alterazioni cognitive, alla radice del trauma della violenza e dell’abuso sofferto.
Ferite traumatiche

I neurologi ci dicono che, in generale, queste di solito coincidono con le aggressioni fisiche relazionate con la violenza domestica.

Sono traumi diretti alla testa che possono avvenire saltuariamente o in modo continuato nel tempo. Tali ferite sono visibili nei test diagnostici.


In molti casi, inoltre, durante le aggressioni si verificano piccole anossie, momenti in cui il cervello smette di ricevere ossigeno. Di certo è una situazione pericolosa.

Ciò causa perdita di memoria, mancanza di concentrazione, una peggiore capacità di prendere decisioni, di comunicare e persino un rallentamento dei movimenti fisici.

Alterazioni cognitive ed emotive

Abbiamo già visto che la violenza fisica causa gravi sequele che la donna può trascinarsi per sempre. Tuttavia, e non meno rilevanti, si verificano anche alterazioni a livello emotivo e psicologico.
A volte non è necessario essere picchiati affinché alcuni processi cognitivi, come l’attenzione, la memoria o la comprensione, vengano gravemente danneggiati.
È stato riscontrato, per esempio, che il livello di cortisolo nella saliva delle donne maltrattate è molto elevato.

Il cervello subisce uno stress di tipo post-traumatico così intenso da provocare non solo un deterioramento cognitivo molto evidente, ma anche una sensazione di debolezza e paura.

In conclusione, questo impatto neuronale irrimediabilmente fa crollare il mondo di questa donna, prima sicura e felice. Sono situazioni devastanti.



È necessario essere consapevoli di questa realtà che, a volte, ci è molto più vicina di quello che pensiamo.

La violenza ferisce, fa male e disintegra l’anima e la mente della donna, ma è necessario rialzarsi, trovare nuovamente la voglia di vivere contando sull’aiuto dei nostri cari e di una società sensibile a questa realtà.

http://viverepiusani.it/

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